Tutti sappiamo quanto sia importante l'igiene, sia personale che degli ambienti in cui viviamo. Stare nel pulito ed essere puliti è una senzazione stupenda. Tuttavia laddove una sana abitudine al pulito si trasformi in un chiodo fisso si può tranquillamente ipotizzare la presenza di un disturbo che può essere di lieve o media entità o a volte grave.

Pare che il disturbo, detto rupofobia, ovvero paura dello sporco, colpisca in media in Italia una donna su quattro, ma anche qualche uomo, e pare faccia parte dei variegati disturbi d’ansia di cui soffre circa il 20% della popolazione.

In casi gravi il soggetto che è vittima di rupofobia compie ripetutamente l’atto della pulizia su se stesso (ad esempio il lavaggio compulsivo delle mani) o sull’ambiente che lo circonda (ad esempio la casa), con preoccupazione maniacale.

Ma cosa si nasconde dietro questo disagio? A quanto pare le cause possono essere varie e molteplici. Dal punto di vista della scienza psicosomatica, la maniacale ossessione di una pulizia esteriore potrebbe essere una metafora della paura dello “sporco” interiore, del lato più oscuro di ognuno di noi. Ma c'è dell'altro...

A quanto pare aver ricevuto un'educazione molto rigida, crea un nesso causale tra il piacere seguito da una necessità di igienizzarsi, ad esempio l’idea che, da bambini, dopo aver giocato o fatto qualcosa di piacevole, magari all’aria aperta, sia necessario ripulirsi; oppure fattori che gravitano intorno alla sfera sessuale, ai rapporti interpersonali o anche al rapporto con se stessi, per esempio, la necessità di avere sempre tutto sotto controllo che spesso va di pari passo con la continua ricerca della perfezione; ha un peso anche il continuo accumulare aggressività, che può avere un peso anche in altri disturbi compulsivi; il riempire il proprio tempo di attività che in realtà non destano un autentico interesse; l’imporsi una morale troppo rigida; avere un eccesso di autocontrollo che impedisce alle emozioni di esprimersi al meglio paura di sentire o percepire il proprio vuoto interiore.

Sicuramente mantenere in ordine il proprio contesto di vita o l’ambiente di lavoro è sinonimo di equilibrio interiore e chiarezza mentale, ma c’è un limite che non si dovrebbe superare oltre il quale questa capacità diventa ansia, fino all’ossessione. Questo avviene quando non si riesce più a essere tranquilli se non è sistemato o messo in ordine tutto fino all’ultimo dettaglio.

È una forma d’ansia acuta, nella quale si scarica un fortissimo bisogno di controllo, al fine di impedire, inconsapevolmente, che le emozioni emergano, o di gestire insicurezze personali radicate, o di sentirsi a posto con la coscienza; l’ordine va a coincidere con un ordine morale, un senso di “pulizia interiore”. Quello che da una parte viene tenuto a bada con estremo controllo, dall’altra parte si trasforma in azioni rituali che vanno a minare la libertà di vivere il proprio tempo e l’impossibilità di lasciarsi andare pienamente al relax, alle emozioni, ai cambiamenti.

Tra chi soffre di patologie nevrotiche legate alla mania della pulizia si possono individuare i seguenti tipi:

- i checkers (controllori): mettono in atto rituali di controllo per cercare di vincere la loro paura eccessiva e irrazionale che possa accadere qualcosa di catastrofico a seguito delle loro azioni.

- i washers and cleaners (pulitori): ossessionati dal timore di essere contaminati da germi, sporco, o sostanze estranee;

- gli orderers (“ordinatori”): compiono determinate azioni in modo particolare e perfetto, sempre esageratamente dediti alla cura e all’ordine;

- gli hoarders (accumulatori): collezionano oltremisura oggetti insignificanti trovando estrema difficoltà nel disfarsi di cose vecchie e inutili.;

- gli scrupolosi: ossessionati da problemi morali e religiosi cercando continue conferme sulla loro purezza morale.

Tenendo presente che il perfetto equilibrio mentale è una chimera utopistica un po' per tutti, cosa ci si può augurare in materia di igiene per poter godere di una buona armonia interiore?

Per prima cosa è necessario essere adeguatamente informati: non si è in grado di sostituirsi al proprio sistema immunitario, per cui è utile conoscere seriamente il suo funzionamento soprattutto in termini di autoregolazione e protezione; il nostro sistema immunitario ci protegge adeguatamente e non ha bisogno di meccanismi compensatori che lo stressano di più. Una buona e scrupolosa igiene personale deve quindi essere effettuata quotidianamente e con gioia perchè è in effetti un momento importante di vero piacere per la persona ma tutto ciò richiede senso della misura, criterio e buon senso nella scelta dei prodotti giusti. Pulire il nostro corpo o la nostra casa in continuazione con agenti chimici aggressivi e nocivi non fa altro che esasperare la nostra psiche o eliminare il film protettivo presente sulla pelle il cui ruolo è importantissimo perchè ci protegge da batteri, mantenendo il naturale equilibrio del microbiota cutaneo.

Si tratta della stessa teoria per cui i pediatri sconsigliano alle mamme di lavare i giocattoli dei bambini ogni giorno: l’esposizione ai batteri, infatti, permette alla pelle di diventare meno sensibile, sviluppando anticorpi che ci proteggono da eventuali infezioni ed eczemi.

Inoltre è necessario prendere consapevolezza del proprio eros: se si vive intrappolati da una morale rigida che nega la libertà di vivere serenamente il piacere e l’intimità le ripercussioni sul benessere saranno importanti.

È anche utile riavvicinarsi a tutte quelle attività manuali che ci mettono in contatto con la natura, la terra, la materia, per esempio praticando hobbies e piccole attività con piante, fiori, terra, insomma “sporcandosi le mani” solo per piacere.

Un’altra possibile soluzione è praticare tecniche di rilassamento basate sul massaggio, capaci di rimetterci in contatto con il corpo e con le emozioni inespresse.

Infine, se tutto questo risulta inefficace, ci si può rivolgere con fiducia alla psicoterapia in modo da individuare le cause e il conflitto sottostante tali problematiche. Attraverso numerose tecniche di psicoterapia si potrebbe risolvere in questo disturbo e tornare ad essere liberi di vivere la propria vita, le proprie relazioni e la propria quotidianità.

Più si agisce per rimuovere il disordine, più la dimensione del “caos” si farà strada dentro in modi inaspettati: è quindi inutile cercare di fuggirla, molto meglio accoglierla e imparare a viverla un po’ alla volta, acccudire se stessi e la propria casa in modo equilibrato e con amore. Ecco il senso profondo di un noto detto popolare che racchiude pienamente il concetto:

questa casa è abbastanza pulita per essere sana e abbastanza sporca per essere felice!